domenica 4 dicembre 2016

La Chiesa disprezzata

Estratto di una predica di Giovanni Calvino - 1558

In questo mondo la Chiesa non trionfa né risplende di una sontuosità talmente raggiante e fastosa che al solo vederla gli uomini rimangono incantati e si sottomettono ad essa; al contrario, essa è spesso abbandonata e sfigurata...Noi saremo rigettati e disprezzati dal mondo; ci insulteranno e saremo così tribolati e tormentati che non ci verrà neanche in mente di cercare sulla terra pace e riposo...(L'apostolo Paolo, nella sua lettera ai Galati) paragona la chiesa ad una donna vedova che vive da sola, nella sua casa, senza soccorso o aiuto di sorta; è abbandonata, nessuno la considera, come se fosse già morta e sepolta. Ma Dio dice che ella sarà ristorata ed avrà più figli di colei che è maritata e gode di credito e onore. E questa è una dottrina, dico, della quale dobbiamo ricordarci in questi giorni, vedendo la povera chiesa così calpestata ed i suoi nemici così pieni d'orgoglio, anzi furore, intenti ad innalzarsi e trionfare su di essa, come se noi non fossimo che polvere e fumo. Vedendo tali cose, dobbiamo imparare ad aspettare con pazienza che Dio raduni coloro che ha scelto. E sebbene il mondo ci disprezza, sia per noi sufficiente che Dio ci riconosce come figli...

I figli di Dio sono perseguitati non solo con la spada, il fuoco, la tortura, la prigionia e altri tormenti del corpo, ma sono feriti anche dalle ingiurie che gli increduli e i nemici della verità vomitano su di essi... Ciò nonostante, non dobbiamo essere così inviluppati in questo mondo da non preferire la nostra celeste eredità a tutto ciò che stimiamo degno di essere desiderato. E dunque, quando il nome di Dio è bestemmiato, quando si tenta di abolire la dottrina della vita, dovremmo sentire dentro di noi una tale angoscia da non poterlo sopportare, come se stessero perseguitando i nostri stessi corpi. Perché colui che ci taglia la gola e ci tormenta, causandoci quanti tormenti gli è possibile - come vediamo stanno facendo i nemici del vangelo, il cui furore contro i loro fratelli oggi non si sazia neanche con le torture, i roghi, i tagli della lingua e altre cose simili - tutto ciò non deve addolorarci tanto quanto vedere il nome di Dio fatto a pezzi e deriso dagli empi. Per quale motivo? Perché essi ci tagliano la gola non solo per privarci di questa vita caduca e transitoria, ma per alienarci dal regno dei cieli; perché quando la dottrina di Dio viene corrotta, il cibo si trasforma in veleno, la vita in morta e la luce in tenebre..

Questo testo di San Paolo, quindi, ci ammonisca ed esorti a non essere dedicati alla terra e al mondo, ma ad avere sempre il nostro spirito e i nostri pensieri a quel bene inestimabile che ci è offerto nel vangelo, e a combattere più ardentemente per questa causa che per la nostra stessa vita. Perché un milione di vite che possiamo avere qui sulla terra, non possono paragonarsi a quella eternità celeste che ci è promessa nel Signore Gesù Cristo...E sebbene ora siamo disprezzati e derisi, non cessiamo di perseverare nella santa chiamata del nostro Dio, sapendo che non saremo delusi, essendo fondati sulla dottrina del vangelo, riposandoci in esso fino a quando Dio non rivelerà le cose che ora ci sono occulte e non ci avrà raccolto presso di sé. Allora conosceremo che non è stato invano essere istruiti nella sua pura Parola, abbandonando tutte le fantasie degli uomini e cercando la vita in nient'altro se non in quel seme per il quale siamo stati rigenerati, in quella pastura con cui saremo sostenuti fino alla fine.

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