domenica 20 novembre 2016

Antica confessione di peccato

Il punto cardine della pietà antica valdese sembra essere il colloquio che il fedele ha col suo "maestro", nel corso delle sue visite, o almeno una volta all'anno. Ha luogo in forma appartata nel giardino, nell'angolo della cantina, può assumere la forma di un colloquio pastorale ma è in genere una vera confessione di peccato, nella certezza che il magister ha potere di perdonare, cioè di "legare e sciogliere" come dice la Bibbia.
Al termine della confessione compiuta in ginocchio egli impone le mani sul capo al penitente e gli assegna una penitenza: digiunare alcuni giorni, recitare un numero di pater: fondamentale è il fatto però che l'assoluzione non avvenga con la formula usata dal prete: ego te assolvo...ma con un annunzio di perdono:

Nostro Padre che ha perdonato Zaccheo, Maria Maddalena e Paolo, che sciolse Pietro dalle catene e Maria e gli altri penitenti, ti perdoni i tuoi peccati. Il Signore ti benedica e ti guardi, volga il suo sguardo su di te e abbia pietà di te. e la pace di Dio che sopravvanza ogni intelligenza custodisca il tuo cuore e il tuo spirito in Gesù Cristo. Ti benedica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

La recitazione del Padre nostro con tanta frequenza, come litania o penitenza è espressione della religiosità medievale, il fatto sorprendente è però che gli antichi valdesi si attenevano rigorosamente al Padre nostro rifiutando in modo categorico l'ave Maria.




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